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Schütz, Heinrich.

Musicista tedesco. Iniziò gli studi musicali nel 1599 presso il Collegium Mauritianum di Cassel, sotto la guida di G. Otto, polifonista di scuola veneziana. Trasferitosi a Venezia nel 1606, grazie a una borsa di studio, per studiare con G. Gabrieli, vi si trattenne fino alla morte del maestro (1612). Nella città lagunare pubblicò, nel 1611, il suo primo libro di Madrigali a 5 voci. Tornato in Germania, intraprese la carriera musicale, dapprima quale operista di corte a Cassel, poi quale direttore della cappella e maestro di musica alla corte dell'elettore di Sassonia e infine quale maestro di cappella aulico a Dresda. Nel 1628 tornò in Italia per rendersi conto delle novità intervenute nel panorama musicale italiano ad opera di C. Monteverdi e della Camerata fiorentina. Rientrato in patria, si spostò da un luogo all'altro (Copenaghen, Brunswick, Hannover, ecc.), sempre ricoprendo incarichi nelle istituzioni musicali delle varie città. In vecchiaia, la sordità e il mutamento del gusto musicale determinarono il suo progressivo isolamento dal mondo. S. viene considerato il padre della musica tedesca, perché attraverso la sua originale personalità artistica si compie un importante lavoro di assimilazione tra le forme e gli stili italiani e l'interiorità spirituale tedesca, maturata nel clima drammatico della Riforma luterana. Egli si concentra soprattutto nello sforzo di approfondire il valore espressivo dei testi sacri attraverso la monodia, che nella sua opera assume funzioni quasi egemoniche. Tra i suoi lavori più significativi figurano Le sette parole di Gesù sulla croce (trovato nel 1855 e pubblicato nel 1873); l'oratorio Storia della Resurrezione (1623); Le Passioni secondo i quattro vangeli; Cantiones sacrae (1625), a 3 voci con basso continuo; Symphoniae sacrae a voci e strumenti (1629), da 3 a 6 voci. Sono andate perdute due composizioni: Dafne, la prima opera tedesca (1627) e il balletto con parti vocali Orpheus und Eurydike, del 1638 (Köstritz, Turingia 1585 - Dresda 1672).